domenica 7 ottobre 2012

Ciao Brooklyn - Parte 1


Non appena la luna sale, la barra si apre. Il neon antica firmare sfarfalla alla vita, e un ronzio elettrico a bassa riempie l'aria. "Ciao Brooklyn". Il nome del bar che ora considero la mia casa. Situato sulla strada antica in Brooklyn, back in the day. Questo vecchio posto ha visto un sacco di cambiamenti. Ora è l'anno 2011 e le uniche cose che cambiano sono le persone. Ogni 50 anni o giù di lì, una nuova famiglia di entrare in mangiare, e decidono di trasferirsi in città deliziosamente piacevole che ha cipiglio intorno al nostro bar.

Ora, il nostro pub non è neanche lontanamente Brooklyn. Si tratta di quasi 800 chilometri di distanza. Ma una volta. L'unico modo per entrare in Brooklyn è stato quello di passare dal nostro bar, che è stato anche allora si chiamava "Ciao Brooklyn". Abbiamo offerto riposo e di riabilitazione a tutti i viaggiatori, e nutriti.

Loretta è venuto a Parigi quando avevo soli 18 anni, giunse al luogo dove ho lavorato. La signora Ho lavorato per l'accolse in come un vecchio amico. Io e il mio amico poteva solo ascoltare alla porta. Poco dopo, sono venuti fuori. Mi fu ordinato di fare le valigie e partire con Loretta. Dopo un attimo di esitazione, Loretta ha deciso che avrebbe preso Victoria pure. Victoria allegramente andato a confezionare per noi due. Questo era l'anno 1863, e il mio capo era Marguerite Bellanger. E 'nata Julie Leboeuf, e lei era l'amante dell'imperatore Napoleone III.

Quando siamo arrivati ​​in America, siamo andati direttamente a Washington DC. Ancora una volta, siamo stati accolti come vecchi amici. Durante il viaggio finito, Loretta ci ha fatto vestire l'abito appropriato che questi americani indossava. Loretta è stata presa per vedere il Presidente Lincoln. Un uomo che mi ha ricordato mio padre. Un volto sorridente, bello e di protezione sulla parte esterna, ma guarda a chiudere, e vedrete la bestia in gabbia che spesso balzò fuori di me. Loretta è stato accolto calorosamente, e gli chiese se avessero dei prigionieri meridionali. Quando lui rispose di sì, era in estasi.

Una guardia ci portò giù in prigione, e si accasciò in un angolo, hurling e abusi sibilando a passare guardie come una ragazzina, non ancora 20. La ragazza aveva lunghi capelli neri spessi di curling che oscurava il viso, e un vestito strappato rosso, identico al colore del sangue sul pizzo nero. La ragazza si calmò appena avremo la prese tra le nostre braccia, ma non appena abbiamo cercato di farla in carrozza, si voltò selvaggio. "No!" Urlò con un forte accento meridionale, "No, io non verranno presi a morire!" In qualche modo la sua Loretta sedato, e non abbiamo sentito da lei fino a quando siamo arrivati ​​in una locanda di muffa.

Fu qui che Loretta mi ha raccontato del suo piano.

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